Il Re prega
iego
catena degli Apennini, a qualche miglio dal passo di
ta parte del borgo è più aristocratica. Le piccole case del popolo grasso, la chiesa, il palazzo del vescovo, le locande, il convento dei cappuccini, la casa municipale giacciono quivi, e tutto ciò è nuovo, gaio, netto, con delle pretese architettoniche. Un sentiero an
une capre etiche si disputano qua e là i tristi ciuffi di ginestro e le macchie di cipresso. Lontano, altre montagne ugualmente nude o rivestite di pini selvaggi
uallidi, vestiti di fustagno o panno bruno-filato, tessuto, tinto in casa dalle fem
to di rovi, inquadrava questa povera e nera dimora, e proteggeva un pezzetto di giardino di un paio di jugeri, cui il proprietario aveva disputato al torrente. Qualche alberi fruttiferi, dei cavol
trada; un'altra, di rincontro, sul giar
orno, di tutto-eccetto di camera da letto. Due altre cellucce, alle due estremità della sala, avevano questo ufficio. Due grossi alari di
o mordeva, e lo rimandava al suo truogolo. Un piccolo gatto grigio e macilento, mezzo cacciato nelle ceneri, sollevava allora la testa per contemplare il cattivo umore di quei signori, e spazzolava col suo zampino i suoi baffi un po' arrostiti. Alcuni polli dormivano di già, acc
biancheria della famiglia. Ad un lato del camino, bilicava su tre banche attortigliate un guindolo festonato di matasse a mettere in gomitolo. Dall'altro lato, sopra una tavoletta conficcata nel muro, gi
i della casa erano nel giardino. La porta del giardino, a vetri e cancello in su, rischiarava la
a egli avrebbe constatato un sistema di vita dalle abitudini monastiche, quel tutto a posto, che talvolta è quel disordine in cui i monomani sanno rinvenirsi. L'indifferenza alle comodità traspirava da tutti i dettagli-dalle sedie in legno e del vasellame smussato, dal fumo che si librava constantemente nell'appartamento, dalle fessure delle finestre che fischiavano, dalle fanfare del vento, dai vetri rotti, dal suolo mal
l'acqua e che non è ancora la neve, cui la gente della contrada addimanda acqua fradicia. I contadini ritornavano dalla campagna bagnati fino all'osso. E' si avviluppavano nei loro mantelli corti e stretti, detti cappuccio, di panno bianco sporco, il beschetto ribattuto sul volto. Portavano sul dorso la zappa e l'accetta ed un ramo di legno, mentre le loro femmine, la gonna rimboccata fino al ginocchio, senza calze, portavano sul capo la culla di un figliuolo o una manata di sterpi. I più ricch
ilmente il borghese che vi passeggiava, con un: Sia lodato Gesù e Maria! Ma quel
tone, al collo un collare di cartone coperto di stoffa azzurra, orlato di bianco, un corpetto a bottoni di ferro imbrunito. La sua giacchetta di panno bleu era stata fabbricata e cucita in casa della lana filata da sua
ondolava come qualcuno che non guarda ove cacci il piede. Fumava una pipa di terra rossa, a tubo di canna
della faccia. Egli aveva quel bruno che va sul giallo proprio dei temperamenti biliosi, il quale, nella collera, diviene livido o bianco pallore a seconda dell'intensità della passione. I muscoli del suo viso magro disegnavano delle protuberanze e dei solchi, e gli davano l'aria d'un uomo cui delle forti contenzioni dell'anima avevano devas
ino dalle narici ovali, aperte, irritate, con delle sopracciglia aggrottate, lucenti e nere, tendenti a ravvicinarsi. Queste altere sopracciglia non temperavano punto il bagliore di due pupille piccole e nere, d'altrettanto più petulanti che erano fisse-direi quasi rapprese-sopra due globi, il cui bianco aveva del giallo di avorio con delle piccole serie rosse ed azzurre. Il tuono affoscato dell'orbita augumentava la pr
del suo abbigliamento per indovi
rrato nella sua morsa inesorabile e l
di provincia. La sua mente poteva comprendere ed abbracciar tutto, adattarsi a tutto-perocchè essa sapeva trovar delle ragioni invincibili per giustificar tutti gli atti, anche il delitto. La sua coscienza era abituata a bazzicare le alte regioni del pensiero. In queste regioni, si sopprime Dio,-l'aria dell'anima,-come l'aria respirabile è soppressa nelle alti regioni del cielo. In queste r
alata! Panteista, don Diego conservava tutto il decoro del prete cattolico, dal costume irreprovevole, dalle dottrine ortodosse. Attirato da un magnetismo irresistibile verso la donna, egli l'aveva fuggita, avviluppandosi in un corazza di ghiaccio e di disprezzo. Imperocchè eg
cessore del vescovo attuale. Questo arciprete, don Baldassare Sarubi, aveva tentato di corrompere Bambina,-la sorella di don Diego,-alla confessione, per penetrare nei segreti della famiglia. Ma don Diego, nel suo severo silenzio, im
eggiava solo, sulla strada di Calabria, lontano, ben lontano dal borgo. Egli non faceva del bene e disdegnava fare del male. Egli disprezzava gli uomini e s'incaricava poco del cielo. Non dimandava nulla, trovando tutto al di sotto della sua capacità, de' suoi desiderii, de' suoi mezzi; non manifestava alcuna ambizione
ica, delle belle arti, della teologia, della filosofia, della società civile-era a' suoi occhi un non senso. Tutto o niente! l'aut Cesar aut nihil del figlio di Alessandro VI: ecco la sua divisa. L'astinenza o l'orgia, l'ateismo o un dio-travicello, il rey neto o dei consoli al mese, l'aristocrazia o la ple
socialista, ateo, santo che faceva dei miracoli per disannoiarsi, dotato della potenza di evocare gli spiriti, possessore di un demone famigliare, nasconditore di briganti, corruttore.... Don Diego subiva la calunnia come egli soffriva la miseria-con impazienza ma senza lamentarsi agl'im
costa di suo fratello nel giardino e ribassan
Diego, continua
re con una miccia intinta nel zolfo,-come us
ua cantarellava di già, prese un pizzico di sale nel mortaio, una cucchiaiata di lardo triturato sul tagliere, e gittò il tutto nell'acqua bollente con qualche foglia di prezzemolo. Poi andò a prendere un piatto di farina di granturco e cominciò a versarla
endo la porta della strada: è tempo di andar
, che si permettevano di tempo in tempo una discesa notturna nel borgo e si regalavano di prosciutto fresco, di piedi tartufati e di un sanguinaccio senza intingoli. Quest'operazione compiuta, Bambina rientrò, chiuse la porta a chiave, avvicinò al fuoco una tavol
sto. Un'ora di notte sonava,-un'ora dopo l'A
nora di Craco oggi, u
vuto una lettera
fondando la sua forchetta
orella mangiavano
loma in dritto ed entra come asp
to m
he Don Tiberio farà nel mondo
to p
go? Tu non mangi e ri
mia, tu parli tro
na ar
o non la
lenta senza rispondere e
nuò Don Diego tuffando il s
o alla lotteria? chies
andato se voleva dare
suoi figliuoli,
i ciò che si dice. Io sorrido di una malvagità che s'i
o è più facile,
enze piaggiatrici di quell'uomo nasc
cui suo fratello non toccava più, e mettendo sulla tavola qualche cipolla,
eplicò Don Di
e lì sanno altrettanto b
uonò un'ora e mezzo. Il fratello e la sorella si guardarono negli o
ora! diss
alzò ed and
il famigliare della Curia (la cancelleria del vescov
ego prendendo la letter
han dett
gridò Bambina. Che io vi
il famigliare, cioncando due bicchie
sti: non vi è
norie vostre, disse i
rta, poi ritornò a seder
o dunque? ch
oi, rispose Don Diego
oglio episcopale e
reveren
ta a passar domani al palazzo episcopale, dopo la messa, a qu
a S.a
e divot.
. ALBINI
reso? dimand
isastro, sclamò Bambina.
plicò Don Diego. Io non ho domand
gga, esclamò Bambina. Io non c'in
e, una lagrima appena comparsa che bruc
io fos
eglio! rispose costei
tte. Poi preso dal freddo,-il fuoco si era esti
ne, v