Le notti degli emigrati a Londra
nziò mai il famoso finis Poloniae! Mio nonno, anch?egli molto vecchio, era morto il 25 febbrajo 1831 alla battaglia di Grochow, ove l?armata polacca lottò tre giorni con
genito, ch?era io, e mio fratello
o ricordato che la fine dei tre suoi ultim
rdi in lotta, bisogna prepararvisi e stare in guardia. è ciò che pensò nostra
e il dolor fisico; è lo sbigottimento subito, che ci colpisce in presenza dei fenomeni, dei fatti morali. Abit
ndo; morire sopra un patibolo, o sotto il knut; perire in Siberia. Non c?è esempio che un conte di Lowanowicz sia morto per la mano di Dio. Bisog
i diede, fu dunque conse
perto tutta una notte, succintamente vestiti, con venti gradi di freddo; che potevamo restare, senza alcun incomodo, tre giorni a digiuno; che potevamo ricevere qualche colpo di knut senza muover palpebra; che nessun lavoro materiale penoso ci ripugnava; che conoscevamo la geografia del C
incarnazioni della Polonia contemporanea, influirono in diversa maniera sul mio spirito e su quello di mio fratello, e decisero del nostro doppio destino. I
ta, disprezzata, odiata, ingiuriata, in coda alla civiltà decrepita, brogliona e prosuntuosa delle nazioni occidentali. Diamoci dunque ai Romanoff da uomini liberi, che hanno il coraggio
ata nel 1831, data in mano alla rude assimilazione tedesca a Posen, massacrata in Gallizia, stritolata sotto la Russia, la Polonia attesta la sua vitalità indestruttibile. Questa nazione è un?anima anzi tutto. Operiamo come un?anima, e
enza. La teoria del marchese scosse mio fratello, cuore pieno di foga, altiero e vendicativo. Noi eravamo, nel fondo, i due sistemi della rinnovazione
allargò lo spazi
sso, e vi fece la sua strada. Nel 1861 era aiutante di campo del granduca Costantino. A qu