I misteri del processo Monti e Tognetti
Aven
i di frati. Alle falde di quel colle ameno, stanno diverse osterie, dove si beve un vino delizioso. E infatti una di esse, dall'aspetto più ridente dell'altre,
uon vino Venga a piedi
ngeva da diverse parti, dalla sommità del colle, dalla strada sottoposta, dalle viuzze serpeggianti nei fianchi del poggio, per le porte p
lche tempo pei ritrovi del c
to di Salute Pubblica, si era composto in Roma appen
itata a comporre innocue dimostrazioni contro il governo pontificio. E perciò questa Giunta, fin da quando cominciò a prepararsi il movimento rivoluzionario
romana, i quali ai 27 dello stesso settembre diressero un proclam
to di Salute pubblica, nel quale al cominciare dell
onsabilità del supremo conflitto, che all'epoca di cui parl
il Tevere in quel punto che serba ancora i vestigi dell'eroismo di Orazio Coclite, e costeggiando
aversato un breve spazio di ortaglia abbandonata e imboschita, trovarono, nascosta fra i rovi, l'ellera e i rottami l
ta la parete umida e scabrosa del masso, e andò palpeggiando finchè trovò l'apertu
che gli afferrò la giubba sul petto, e in pari tempo la punta aguzza di una lama di f
cercando quella dell'assalitore,
iorno d
si aperse. La lama dello stiletto si
edesime parole, e
, ajutandosi in quella tenebra col continuo tentar delle mani, f
otta del
gli uomini sembravano altrettante ombre dalle vaghe sembianze, dall'aspetto incerto e oscillante. Solam
uogo della riunione, una voce parlav
he mossero per liberarvi a prezzo del loro sangue. E guarda voi pure, e dice, sì, fratelli, ve lo dice colla mia bocca: E Roma, che fa, che non risponde all'appello? Sarebbe vero ch'essa am
meno maschia della prima, ma più giovanile, più
oma, in nome di
he aveva riconosciuta quella voce, sussultò dal piacere, e stretta
colta! è Cur
sso infatti, così
ario. Coloro che ci circondano da ogni parte, coloro che ci stanno sopra a opprimerci il respiro, a soffocare ogni tentativo, a schiacciare ogni anelito del nostro cuore, sono i satelliti della reazione mondiale, sono le spie e i poliziotti d'ogni paese. Non è la soldatesca straniera che ci tiene schiavi, che paralizza le nostre forze. è questo fecciume di chierici e di delatori, che ha resa la nostra eterna città la cloaca dell'orbe intero. è questa melma, che ci avvolge, c'imprigiona, ci mozza il fiato. Un popolo inerme ma generoso può insorgere contro una truppa agguerrita: ma come guardarsi le spalle dal tradimento, quando vi sta intorno una turba infinita di delatori o di birri? E costoro non sono romani, per Iddio! Tenetelo a mente, sono i clericali di tutta la terra, che hanno piantata la loro cittadella qui, nel cuore d'Italia. Questa è la nostra situazione; per
a invincibilmente gli uditori. Tutto l'entusiasmo dell'amor patrio e dell'abnegazione era impress
rendere che quel fervido impulso si era rapid
amo,
le
la l
rono in quella oscurità il rumore delle lam
inespugnabile della nascente libertà. Ottocento giovani scelti guidati dai loro capi-sezione sono già destinati dal comitato a occupare il Campidoglio, e a porvi il presidio. Le armi necessarie a tale impresa sono nascoste in una vigna fuori di Porta San Paolo. Al momento dell'azione è necessario che quelle armi siano introdotte a forza per la porta San Paolo sbarrata e occupata dagli zuavi del Papa. Duecento giovani sono destinati a questo colpo: essi usciranno alla spicciolata dalla Porta San Giovanni, che è l'unica aperta in questo giorno, si riuniranno in prossimità della vigna; e dopo aver caricate le armi sui carri, si avvieranno con quelle verso la Porta San Paolo. Frattanto alla medesima ora un altro drappello dall'interno della città assalirà il corpo di guardia degli zuavi, se ne impadronirà, e aprirà la porta ai compagni che sopraggiungono colle armi. Queste saranno rapidamente distribuite agli ottocento giovani desti
gravità di quell'ora. Dagli uomini là radunati dipendeva la vita dei concittadini, la sal
essità di un bacio fraterno. Ognuno abbracciò il su
tarono Curzio sull'imb
prese per mano, li trasse in di
a missione più importante: quella di far