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Amore bendato

Chapter 2 No.2

Word Count: 2244    |    Released on: 30/11/2017

si confida col suo

prendere, se non se ne dà nemmeno pensiero, se non mi ama? Non mi ama, e non solo non mi ama, ma non mi ha amato mai! Quasi quasi me lo diceva in faccia, perchè è schietto ed abborre l

neste ce ne possono vivere molte paia senza che siano obbligati a guardarsi nel bianco dell'oc

con quattro ciancie numerate, regolare in eterno un affetto che alle volte dura... Quanto ha durato il nostro? Apparentemente tre mesi, in realtà

sa nei primi giorni che succedettero alla sciagura; poi lo zio fece l'inventario dell'eredità ed accettò in mio nome; la zia procurò di divagarmi affidandomi tutte le rimendature, mia cu

rle a genio, la consigliai di non porre il suo in ciò che non le spettava e di guardarsi nello specchio. D'allora in poi fu guerra. Me ne doleva proprio; nella mia afflizione per aver perduta la mamma, avrei avuto bisogno di carezze, ed invece mi toccava tener vi

tore. I due anni passati al collegio furono relativamente lieti; una volta o due al mese ritornavo all'amplesso dei tre Rinucci, presso i quali trovav

mi parlasse di un mondo che io non aveva ancor visto da vicino, un mondo in cui le signore vestono di velluto e di seta, ed i signori portano l'occhialetto. Dico il vero, vivervi sempre in codesto mondo non mi sarebbe garbato punto, ma entrarvi al braccio d'un marito lungo, elegante, disinvolto e miope, attraversa

ei accorta, se la mia cuginetta non avesse avuto l'ingenuità di mostrarmi aperto

zzamente innamorato di me, e le collere della Virginia me ne facevano sempre più persuasa ed orgogliosa. Ebbi torto, non dovevo cedere a sentimenti così meschini, ma infine l'ho scontato caro il trion

ra di più nel collegio. Ne uscii. Tornai a far rimendature e dispettuzzi in casa Rinucci. Una settimana dopo, la vita mi pareva così insopport

a assurda, che non può una giovinetta far casa da sè senza esporsi alle censure, ai sospetti del mondo maligno. Non era la via migl

ito della legge, entrò a dire mio zio, è, non è, ins

nel suo cervellino balzano la bella i

ete, ci sarebbe modo di accomodar tutto senza sca

le pigliò ridendo, ci sposammo r

nticipando alla mia vanità di fanciulla tutte le dolcezze della domestica autorità di padrona di casa. Non pensavo allora che dalla campagna si ritorna e dal matrimonio no, e se pure ci p

na di ferro, le mummie di non so chi-tutto ciò gli pareva delizioso; fu un'orgia pei suoi occhietti che non vedono più in là d'una spanna. Io lo osservava per le vie, quando camminava impettito, lungo lungo, colla testa alta, leggermente curvata indietro pe

'immaginazione e per un quart

va bisogno di pensarci. Al termine del viaggio l'uomo annoiato, frivolo, indolente, senza pensieri e senza sentimenti, ricomparve tal quale, anzi peggio della vigilia delle nozze. Allora fui impaurita. Scesi dentro di me e ci vidi un mondo sopito, frugai dentro di lui e non ci trovai nulla, fuorchè una perfetta soddisfazione di sè medesimo, una tranquilla coscienza del proprio valore. Allora mi domandai se era pos

o uscire dalla sua fatuità gli facevo sfilare dinanzi una processione di fantasmi dell'avvenire. Non riuscii

sull'ultimo spettacolo alla Scala, sulla prima ballerina, sui polsini del marchese X, che erano, diceva lui, meglio stirati de' suoi.... e quando a

ime; a me non manca nulla, io sono un'ingrata, il poveretto non domanda che la sua pace e le sue care abitudini, io son

un egoista

oista-diss'io-

o, girò sui tacchi e via.

perchè mi avesse sposato, mi ha risposto ingenuamente che

uomo schiet

voglio più vivere, la legge ammette la separazione per

o secondo codice, co

è messo

a sono disposto a compatire le tue idee romanzesche, spiritiche, filosof

ato un paio di volte, ed ha finito con dire: ?Farai quello che vorrai, sei contenta? Ma senza sc

l Caffè od

della nuova vita, andrò a stare altrove... lontano, in campagna... vivrò nel

za che ora mi domina, quando appena tentava le vie del mio cuore; venti volte fissai i confini della mia sofferenza e venti volte li respinsi indietro. Sol che egli avesse fatto un passo verso di me, io ne

ccherello col pretesto specioso che questo sciocche

situazioni chi

per quello che sono e per quello che valgono; non so che farmi d'una casa che è una

onfidarmi ad un amico, e di persuaderti che, almeno nello sciogliermi, ho messo il senno, la maturità di consiglio, la ponderatezza, tutte quelle buone

ere perchè ora no

verti annoiato, perchè non mi hai interrotto; ma d'altra parte tu sei così

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