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Memorie del Presbiterio

Chapter 10 No.10

Word Count: 6076    |    Released on: 06/12/2017

i fossero ripetute, quando un improvviso trambusto nel presbiterio mi fece tornare sui miei passi. Er

idi il farmacista che, curvo sui fornelli, soffiava

succede? g

Luigi, rispose tra

iame

i suoi soliti disturbi

artoccio, versò una polv

i nel s

n ombra impassibile alle cose di questo mondo. Tutti facevano capannello in un angolo, daccanto alla finestra per cui io avea spiato un mome

inzuppato sulla fronte, e cacciava fuori dalla cravatta il mento aguzzo ad una distanza alla quale, fino a quel giorno, non era probabilmente mai giunto. Baccio, col viso stravolto parlava a bas

arlarmi, ma non potè; allora abbassò gli occhi e non li rialzò che alla

tto bene, vedrà che le farà bene ancora. G

nzione. non ha altri momenti da scegliere per venire a disturbare il signor curat

eva finito di ingoiare la pozion

io?.... un cuscino per

ò il capo, ed a

ta a Baccio che portava un cuscino;-un

i disteso sul divano il panciuto don Gaudenzio, il quale, come se nulla fosse accaduto,

duta pazienza, afferrai uno dei cuscini, e, tenendo fermo contro il muro quella montagna di carne rorida di sudore, lo tirai a me violentemente. I

rnata, interrotto da lunghi tremiti e da sospiri repressi. Il Bazzetta, tranne alcune corse al suo negozio, era se

sta ci aveva lasciato due ore dopo lo sviluppo del male, facendomi di grandi inchini e ra

fare e fa tanto caldo.... Basta, parto meno crucciato perchè v'è qui lei. Loro

i preparava ad andar per il medico il quale teneva la sua dimora legale a una grossa borgata a tre leghe dal nostro villaggio. Ma non

? Mignatte!.... Delirio, agitazione nervosa? Un salasso! Salassi e mignatte, ecco il sistema del dottor Caniveri.... un uomo che stimo, del resto. Se si la

ggiu

te ne

ifica

i vuole: vado da lui;

ive

l bastone col corno di camoscio, ch'io gli avevo presta

isse: Io resterò fino a mezzanotte, e ritornerò sul far del giorno. Intanto voi ce

se per un braccio e ammic

abile. Non fate complimenti; ne t

a camera d

vano a respirar l'aria balsamica della sera. Da qualche finestra debolmente illuminata uscivano le nenie del rosario,

di ragazzi stava immobile, cogli occhi spalancati, come davanti a qualche cosa di straordinario, in faccia alla porta di una casupola le cui finestre, a differenza di tutte

i mi sentivo attirato. Nel cortile non c'era nessuno; sulla loggia che lo incoronava erano

mma Lena! ouf! si direbbe c

o abbattuto, attraversò il cortile

quel poveretto che a furia di pia

a della po

una enorme scodella di latte e pan giallo, ridendo e giocando, fra l

indiscreta curiosità, e me ne ritornai al presbiterio, ripensando al s

a andato a cercare il suo sostituto, un vecchio piccino, pellagroso, e che zoppica

o era semispento. Un grosso moscone volava su e giù, ronzando affannosamente e d

amino. Mi avvidi subito ch'egli si era rifatto, colla bottiglia, delle noie e delle fatiche della giornata. I suoi occhietti brillavan

a me stesso di non chiudere occhio se non avessi prima saputo qualche cosa intorno a quel sindaco miste

indaco, li conosceva a fondo come lui: responsabilità quindi maggiore, obbligo più formale di rinchiudersi nel silenzio. Queste mezze rivelazioni, queste reticenze non facevano naturalmente che accrescere a dismisura la mia

rete, e di cui è, poveretta, la causa senza volerlo. Se narro a voi, proprio perchè siete voi, è perchè penso che, alla fin delle fini, fra pochi giorn

n cui narrava il dabbene speziale; ma dovrei accennare le interruzioni, citare le osservazioni, ch'egli vi intercalava, senza di che l'effet

NZO DEL

ostrutte, e il belato e le campanelle delle sue mandrie si sentivano a molte e molte leghe all'ingiro. Le donne De Boni erano citate per le loro gonne di seta e cotone, lusso che non si permettevan

lle ventiquattro in cui egli si ricordasse di avere una famiglia e una casa: al mezzogiorno, vale a dire all'ora del desinare, e a mezzanotte, vale a dire all'ora del coricarsi. Il resto della giornata lo passava girando da un pascolo all'altro, da questo a quel bosco, calzato di due enormi stivali, che in paese erano proverbiali, e armato di un alto e grosso bastone le cui solide proprietà non erano ignote a nessuno dei suoi pastori e dei suoi coloni, compresi i vecchi, le donne, e i fanciulli. All

to che un bel giorno, (l'infelice contava allora quattr'anni) un calcio paterno nel ventre lo aveva messo a filo di vita. D'allor in poi la rachitide si impadroni di quel diseredato che vedevate, origliando alle fessure delle finestre, strascinarsi, smorto e coll'asma, dietro le gonne della madre affaccendata e noncurante, finchè andava a ricoverar le visioni e la tosse in qualche angolo della casa, dove le mosche fossero meno numerose e accanite nel tormentarlo. Due anni dopo quel calcio, la portaccia De Boni si aperse, un piccolo feretro ne uscì, e tutto fu detto. Le due cuginette di Angelo erano ciò che in campagna chiamano due leggierine; non brutte, non belle, orgogliose e facendo pesare i gruzzoli della loro dot

ettava l'acqua della polenta sui focolali a stento attizzati, prendeva i vecchi per la barba, i marmocchi pel naso o le orecchie, attaccava dei razzi alla coda dei gatti, trovava un gusto matto ad affumicar le tane dei sorci, e, quando, stanco finalmente e trafelato se ne ritornava a casa sull'imbrunire, aveva sempre in tasca un cartoccio destinato al suo prediletto passatempo della sera. Quel cartoccio conteneva una dose di quella polvere di cui si riempie la striglia adoperata sul corpo dei cavalli e dei muli, egli ne faceva incetta mediante pochi quattrini, presso i ragazzi dei mulattieri dipendenti

da molti casi fatali, venne a troncarle sul

a moglie che russava dall'altra parte. Le erte lo infastidivano; brontolava assai spesso contro l'incuria degli appaltatori stradali: e si sorprendeva le molte volte, a mezzo del cammino altre volte percorso d'un tratto, seduto sotto una quercia, colla testa annuvolata e le ginocchia indolenzite. Nel tempo stesso il suo carattere subiva insensibilmente una trasformazione. Il malumore senza parentesi serene, il non mai interr

colla impassibilità e lo scrupolo con cui rigovernava ogni sera il vasellame di cucina. Al mattino era preso da granchi fortissimi allo stomaco che lo contorcevano sul

stati fatti per qualche cosa. Ne chiese; e fu un grande avvenimento in famiglia. Le due pulzelle corsero a nascondere nel solaio certi volumi che usavano leggere di soppiatto e che vendeva loro di tanto in tanto il compiacente merc

vecchio podagroso li salutava con un monosillabo, poi li lasciava parlare, mentre la sua attenzione pareva aggirarsi le mille miglia lontano. Le labbra erano in perpetua agitazione, e gli occhi che teneva abitualmente fissi alla parete davanti a sè, d'improvviso, a un punto inconcludente del discorso che gli era fatto, si

spingeva a conseguenze imprevedute e per lui poco gradevoli. Suo padre diventava caritatevole,-faceva delle elemosine. Per un uomo, noto

n ebbe più limiti. Buttava via il danar

a causa di sì str

ce:-In verità vi dico è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che non un ricco entri nel regno dei c

del vecchio peccatore spaventato. Il suo an

le ricchezze? tu sei impotente a goderne: poco ti resta da vivere-e

varo era diventato prodigo per ispeculazione, e collocava i s

vigorosamente alla sua ruinosa follia. Non lo perdette più d'occhio un minuto; prese un robusto montanaro tra i suoi mandriani e lo creò carceriere del vecchio idiota, Costui, felice di vendicarsi dei maltrattamenti avuti dal De Boni, fece il mestiere a meraviglia;-custodiva rigorosamente il suo padrone e l

zo, pazzo

: pensò di liberarsi di quel fastidi

delle difficoltà;-ci volevano tante condizioni per far ricoverare il vecchio-ep

on gli usava la finezza di liberarlo di suo padre. Ma in q

giro, che potesse portare o bene o male tal nome. La pareva mutata, all'immenso ronzio che vi si udiva, in un alveare di api antidiluviane: chi ragionava ex cathedra, chi avanzava osservazioni sommesse, chi parlava all'orecchio del vicino, chi girava da ques

la cravatta intorno al collo, il vecchio cance

maestro di scuola; e, ne attesto i sette savii della Grec

palazzi, i teatri, gli equipaggi... il corso... il caffè, e... come lo chiamano il laus... lans... chinetto, il maca... ca... il camao... giuochi d'inferno!... Quante famiglie di cui ieri si parlava come del re Erode, r

ei Santi, ed egli passava la vita, in un ozio senza riposo, bellimbusto davanti alla farmacia e al caffè, giocatore ammanierato e pieno di mentita sbadataggine al tavolino delle carte, annoiato e contento, sbadigliando e pavoneggiandosi, capace di parlare dall'alto al

ello di feltro di una bianchezza insolente, e lasciata cader con grande rumore la stecca ch

a fa lo stesso; chi ha visto Milano ha visto Parigi... miglia più, miglia meno. Il

cchio del fabbriciere

donne!!!...

ttivo s

pelle piena di libidine s

leggianti, ronzanti e roboanti. Il piccolo cancelliere si alzò, fece un arco della schiena, afferrò una sedia, l'alzò di peso, l'offerse; il fabbriciere spalancò una enorme scatola, schiuse un sorriso cretino, si ripulì le labbra colla lingua e morm

ello scarlatto dal manico d'ottone, e passando coll'indifferenza di un nume fra gli astanti, andò a consegnarlo alla padrona perchè lo facesse asciugare; poi, sempre con quel tal passo, tornò indietro,

ndosi intorno senza girar il capo, te

a tutti, non aveva mutato contegno all'arrivo del signor Intendente, pensava p

ter commot

ma placidum capu

ero carattere; ma, quel giorno, l'emozione degli animi era tanta che deferenza e rispetto furono posti in un cant

isposta a nessuno, appoggiate ambo le mani al tavolo, gongolava, e incrociate le dita, faceva girar cheta

rdini venisse a sturbar la voce invocata; dietro il banco si cessò di ripulir chicchere e cucchiaini, e la padrona, raggomitolato il grembiale e assicurat

a volta le falde dell'abito, un'altra volta diè un piccolo colpo magico agl

e stata atto di pura cortesia; ma tale comunicazione all'autorità non fu fatta. Tuttavia, o signori, benchè le finestre del regio palazzo ov'essa ha sua sede, appaiano chiuse la più parte del giorno, e benchè qui il nostro caro cancelliere si vegga passar tante ore seduto al tavolino del tresette (e i due a

ilano,-persone alto locate, assai alto locate, che mi onorano di loro stim

n oblio, che offenderebbero, oltre che la mia persona, anche le vostre, o signori, di cui sono, e me n

a so ben che scherza ecc. ecc.? salì alle nari dell'Intende

strato

nel mistero, come se in quella ricerca, in quel contratto, in quell'affare si nascondesse un delitto. Il venditore interrogato, non risponde, si eclissa, diventa invisibile. L'acquisitore è assente e direi quasi d'ignota dimora. Si sa finalmente che giungerà da Milano; più tardi, che si chiama il signor Abbondio de Emma. La vecchia casa del Giudeo viene in fretta ed in furia riattata: eccoci invasi da una turba di operai d'ogni mestiere e condizione; arrivano carri pieni di suppellettili; l'oro e i marmi scintillano di sotto alle imbottiture indiscrete e alle coperte che svolazzano al vento. Tutto ciò,-una montagna di roba,-entra, si ammassa là dentro; la porta si chiude; e così ermeticamente che un gatto non potrebbe trovar un buco per c

un pezzo che si logorava i polmoni, giacchè, voltasi alla padrona che lo guardava tutta attonita,

z'acqua d'agro: ma

rsellino, si soffiò il na

sola pietra del selciato di publico dominio davanti alla casa Zaccaria, se vi avessero ammonticchiati sol quattro mattoni che disturbassero più o meno la circolazione, oh! siatene certi signori, che in tal caso avrei scritto immediatamente ex ufficio, e tutto sarebbe venuto alla

osarono interrompere

allo che sta per cantare;-e fu con tono di superna comm

amici di Milano, e come il mistero in quistione cresceva ogni giorno e assumeva ogni giorno più allarmanti proporzioni......-Tuttavia, però.... dicevano loro signori? Ebbene io presi una eroica decisione: riferii il tut

? Si udì da t

i sono giunte catego

petto, avete mormorato o pensato quell'ah! della liberazione che sale involontariamente alle labbra, quando dopo essere stati sepolt

mentre un pallido raggio di sole si faceva strada attraverso alla pioggia diminuente, come s

tesso quattro carrozze da posta portanti il misterioso signor De Emma, la sua famiglia e uno stuolo numeroso di servidorame eran

da cinque minuti e che metà del tabacco era andato ad asciugare i liquidi di cui era costellato il pavimento. Anche il maestro che aveva appena mostrato di prestar attenzione al bello stile del magistrato, si era degnato di avvicinare la sedia, e, guardando al soffitto per non aver l'aria di un gonzo metteva n

dente gongolava

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